Una nuova visione dell'Alma Mater

8. Assetto istituzionale

Revisione dello Statuto e dei regolamenti attuativi

 

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Alla prova dei fatti, il nostro assetto istituzionale ha mostrato limiti evidenti che vanno urgentemente corretti a partire dalla riforma dello Statuto e dei regolamenti attuativi.

La modifica dello Statuto sarà un processo condiviso che dovrà concludersi nella prima parte del mandato.

Le linee lungo le quali muoversi sono una  maggiore partecipazione e un’efficace semplificazione, che mettano al centro i Dipartimenti, come del resto indicato dall’art. 3 della Legge 240.

La legge ci offre anche la possibilità, attualmente non sfruttata, di sperimentare in deroga nuovi  “modelli funzionali e organizzativi, ivi comprese modalità di composizione e costituzione degli Organi  di governo e forme sostenibili di organizzazione della didattica e della ricerca su base policentrica”.

Andranno a mio avviso rivisti i criteri di selezione dei membri del Consiglio di Amministrazione e la sua composizione, prevedendo l’elettività dei membri interni e la rappresentanza di tecnici e amministrativi.

Il Senato Accademico è l’organo che ha la funzione di indirizzo politico e culturale dell’Ateneo e deve essere messo nelle condizioni di poterla esprimere in modo efficace, raccordandosi con il Consiglio di Amministrazione, Dipartimenti e Campus. Il lavoro istruttorio dovrà essere concretamente organizzato per gruppi a composizione mista e presieduti da un Prorettore.

Andranno rivisti la composizione e i criteri di elezione del Senato, includendo anche i Coordinatori di Campus. Le sedute del Senato saranno aperte a tutti i Direttori di Dipartimento e, in attesa di modifica dello Statuto, ai Coordinatori di Campus.

I Dipartimenti come luogo di programmazione dell’attività didattica e di ricerca sono al centro dell’assetto organizzativo. Dovranno essere maggiormente responsabilizzati e elaborare una propria strategia coerente con gli obiettivi generali e supportata da una programmazione triennale delle attività e delle risorse. Questa azione dovrà essere accompagnata da una rigorosa valutazione a posteriori. L’Ateneo dovrà incentivare le collaborazioni tra Dipartimenti e sostenere programmi multidisciplinari, per valorizzare la ricchezza del nostro Ateneo ed evitare la parcellizzazione delle iniziative o forme improprie di competizione. È opportuno inoltre ripristinare momenti di incontro e dialogo tra colleghi oggi afferenti a differenti Dipartimenti, momenti che sono venuti a mancare con la soppressione delle Facoltà, ma che sono indispensabili per far crescere la nostra comunità.

In ogni Dipartimento andrà garantito un efficace presidio per i servizi didattici che funga da concreto supporto amministrativo per i Coordinatori di Corso di Studio, per i Coordinatori di Dottorato e per i processi di valutazione e accreditamento richiesti dall’ANVUR , come la SUA-RD o la VQR.

È urgente rivedere l’assegnazione dei fondi di funzionamento che in molti Dipartimenti non sono sufficienti a coprire i costi fissi, affrontare a livello di Ateneo il costo delle biblioteche e delle risorse digitali, e definire linee di finanziamento specifico per strutture speciali o attività didattico-scientifiche peculiari. È infine indispensabile garantire la massima flessibilità nell’utilizzo del Budget Integrato della Ricerca.

Il Collegio dei direttori dovrà essere pienamente coinvolto nella vita dell’Ateneo  e convocato con regolarità, in modo da garantire un efficace collegamento tra i consigli di Dipartimento e gli Organi Accademici.

Il ruolo della Consulta del Personale va ripensato, perché oggi è poco efficace. In un’ottica di semplificazione e razionalizzazione o ne facciamo a meno oppure la qualifichiamo e valorizziamo come organo realmente consultivo, meglio integrato con i  rappresentanti negli Organi Accademici, senza sovrapposizione con le relazioni sindacali.  Più in generale, al di là della forma, serve un atteggiamento che favorisca un reale coinvolgimento di tecnici e amministrativi, una reale collaborazione con l’indirizzo politico, nel rispetto dei ruoli di ciascuno.

Il modello che è stato adottato per le Scuole si è rivelato particolarmente inefficace. È stato un esempio eclatante di un approccio mirato all’uniformità e alla formula unica a prescindere dalla specificità dei percorsi formativi. I rapporti tra Dipartimenti, Scuole, Unità di Servizio Didattico e Corsi di Studio sono complessi e frammentati, spesso fonte di appesantimenti burocratici, con ruoli e responsabilità non chiaramente definiti, che richiedono ai vari attori coinvolti un faticosissimo esercizio di coordinamento.

Il numero delle Scuole va ridotto. Dove effettivamente servono devono recuperare la loro funzione originaria: garantire un efficace coordinamento dell’attività didattica offerta dai Dipartimenti e dei servizi collegati.  Vanno evitati passaggi multipli, ridotto  al massimo l’impatto di appesantimento delle procedure e limitate le responsabilità di spesa delle Scuole, riconducendole, quando possibile, ai Dipartimenti di riferimento dei Corsi di Studio. Andrà anche rivista la composizione dei Consigli delle Scuole e garantita la partecipazione di tutti i Coordinatori di Corso di Studio.

Anche l’attuale assetto organizzativo dei Campus della Romagna va urgentemente riqualificato. A questo punto è dedicato una sezione specifica del programma (vedi Multicampus).

Non dovrà più ripetersi in futuro l’ingorgo istituzionale che stiamo vivendo, con un’assurda sequenza di elezioni che porta alla nomina del Consiglio di Amministrazione subito prima dell’elezione del Rettore.

Il nuovo Direttore Generale sarà scelto con procedure trasparenti e, nel rispetto della distinzione dei ruoli tra indirizzo politico e responsabilità gestionali, affiancherà il Rettore e gli Organi Accademici in questa complessa opera di semplificazione e razionalizzazione.

La squadra di governo sarà questa volta coesa, composta da Colleghe e Colleghi dinamici, competenti, dotati di un forte senso di appartenenza alla nostra istituzione e rappresentanti della varietà disciplinare e territoriale che ci caratterizza. Sono contrario a qualunque cumulo di cariche e deleghe e mi avvarrò anche di deleghe a termine con incarichi specifici, per affrontare temi sensibili e strategici che di volta in volta si porranno. Mi impegno inoltre affinché nella squadra di governo, e più in generale in tutte le nomine, sia sempre rispettata la parità di genere.