Una nuova visione dell'Alma Mater

5. Amministrativi, tecnici, bibliotecari, collaboratori linguistici e socio-sanitari

Ripensiamo l’organizzazione e valorizziamo le competenze

 

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L’Alma Mater è innanzitutto una comunità di persone che, tutte insieme, concorrono alla sua crescita e alla sua missione: didattica e ricerca. È sempre stata un punto di riferimento in Italia per la professionalità e la competenza di tecnici e amministrativi, per l’efficienza e l’innovatività dei servizi. Purtroppo, negli ultimi anni, l’intero sistema è stato messo a dura prova dalla riforma e dal nuovo assetto organizzativo che mostra evidenti limiti.

L’impatto e l’inefficienza della riorganizzazione si sono scaricati anzitutto su tecnici e amministrativi, che ne hanno sopportato il peso con uno sforzo straordinario e grande spirito di servizio. Assetto fortemente verticistico, processi decisionali frammentati, appesantimenti operativi, duplicazione e sovrapposizione dei ruoli, scarsa condivisione delle scelte e della visione complessiva, inutili rigidità, gestione in continua emergenza sono solo alcuni degli elementi che hanno generato tra tecnici e amministrativi, e non solo, un diffuso disagio. In aggiunta tutto ciò è stato accompagnato dal blocco degli stipendi e delle carriere.

Da qui dobbiamo ripartire. Costruiamo una vera comunità di lavoratori dell’università, ripensiamo l’organizzazione del lavoro, valorizziamo le competenze, rendiamo l’ambiente di lavoro più dinamico e piacevole; ciò migliorerà la qualità del lavoro di ciascuno di noi.

Queste sono le direttrici principali.

Partecipazione, rappresentanze e assetto istituzionale

È indispensabile e urgente rivedere l’assetto istituzionale per garantire un più ampio e concreto coinvolgimento di tecnici e amministrativi e una maggiore partecipazione della nostra comunità nei processi decisionali.

Oltre a quanto illustrato nella parte del programma dedicata all’organizzazione e all’assetto istituzionale, anticipo  di seguito alcune proposte.

Deve essere introdotta la rappresentanza di tecnici e amministrativi nel Consiglio di Amministrazione e, come accade in altri Atenei, tutti i membri interni del Consiglio di Amministrazione devono essere eletti.

Il ruolo della Consulta del Personale va ripensato, perché oggi è poco efficace. In un’ottica di semplificazione e razionalizzazione o ne facciamo a meno oppure ne qualifichiamo e valorizziamo il ruolo come organo realmente consultivo, meglio integrato con i  rappresentati negli Organi Accademici, senza sovrapposizione con le relazioni sindacali.  Più in generale, al di là della forma, serve un atteggiamento che favorisca un reale coinvolgimento delle persone, una reale collaborazione con l’indirizzo politico, nel rispetto dei ruoli di ciascuno.

Sono aperto e disponibile a discutere dell’incremento del peso del voto di tecnici e amministrativi nell’elezione del Rettore.

Organizzazione qualità del lavoro 

Sarà una mia precisa responsabilità, affiancato dagli Organi e dal nuovo Direttore Generale, dare un impulso realmente innovativo al piano organizzativo. L’organizzazione generale e i regolamenti collegati, a partire dal Regolamento di Organizzazione di Ateneo, andranno rivisti con un confronto aperto e un pieno coinvolgimento dei vari attori, con incisive misure di semplificazione e razionalizzazione per giungere a un assetto più chiaro e funzionale alla nostra missione. Va ripensato e rafforzato il rapporto tra centro e strutture in base al principio di sussidiarietà, nell’ottica di una più efficace integrazione, un reale coordinamento, una maggiore comunicazione e condivisione delle scelte. Chiarezza, rispetto e divisione dei ruoli devono essere accompagnati da un più efficace orientamento ai risultati e alla qualità dei servizi, coniugando responsabilità e obiettivi e recuperando margini di flessibilità organizzativa.

Maggiore attenzione deve essere riservata all’impatto di scelte e procedure sulle persone. Per riqualificare il lavoro di tutti, è urgente verificare i carichi di lavoro e programmare in modo più efficace i tempi. È prioritario intervenire subito in tutte quelle realtà che presentano una palese carenza di organico e avviare una seria programmazione dei fabbisogni, in base agli obiettivi e ai profili professionali richiesti. È altrettanto importante prestare attenzione alla qualità dell’ambiente e alla sicurezza sul luogo di lavoro, valorizzando tutte le figure che operano in tal senso nel nostro Ateneo e potenziando il Servizio di Prevenzione e Protezione.

Penso inoltre che, come in tutte le grande organizzazioni, una dimensione importante per uno sviluppo efficace e armonico dipenda dalla qualità del lavoro. Qualità del lavoro infatti significa trovare meccanismi e strumenti per rendere il lavoro più agevole, per evitare di impegnare le persone in adempimenti formali spesso anacronistici e consentire in ultima analisi un migliore sfruttamento del tempo complessivo a disposizione. Il nostro Ateneo deve aprirsi all’innovazione e alla sperimentazione di forme di flessibilità, come il telelavoro, che, pur garantendo la qualità dei servizi, consentano di migliorare le condizioni di lavoro dei singoli. Siamo rimasti indietro, altri Atenei, come ad esempio Padova, Parma, Cà Foscari, Torino e Verona, hanno già regolamentato il telelavoro.

Mi impegno a una radicale revisione dell’intero impianto delle esternalizzazioni, che per altro non ha comportato reali risparmi di gestione, internalizzando tutti i servizi per i quali ciò è praticabile. Qualora vi fossero casi nei quali l’internalizzazione non è immediatamente praticabile, mi impegno a garantire il giusto trattamento a tutti i lavoratori che operano con noi. Non possiamo più chiudere gli occhi e continuare ad accettare che nella nostra Università vi siano persone che collaborano con noi, con contratti di lavoro che non rispettano la dignità dei lavoratori.

Investire nelle persone e valorizzare le competenze

Il capitale umano è la nostra più grande ricchezza e l’efficacia della nostra azione dipende in larga misura dalla nostra capacità di motivare le persone offrendo loro un ambiente di lavoro in cui esprimere con soddisfazione le proprie competenze e il proprio potenziale.

È prioritario dare il giusto riconoscimento e valorizzare impegno e competenze di tecnici e amministrativi in tutti gli ambiti e le aree del nostro Ateneo. Vanno opportunamente valorizzate le tante professionalità presenti. Nelle varie strutture, nei laboratori, nelle biblioteche e nei musei operano figure di elevata professionalità e competenza che contribuiscono attivamente all’insegnamento e alla ricerca e che dobbiamo riconoscere e valorizzare appieno. Il regolamento per la disciplina degli incarichi extraistituzionali del personale tecnico e amministrativo deve essere semplificato, eliminando inutili vincoli, come quello delle 30 ore, fatte salve ovviamente le esigenze di servizio. Le pubblicazioni di tutti coloro che lavorano presso il nostro Ateneo devono essere regolarmente censite e valorizzate.  È necessario risolvere, anche sfruttando il nostro peso a livello nazionale, questioni che si protraggono ormai da troppo tempo, come l’inquadramento giuridico dei CEL e del personale di area socio-sanitaria.

È strategico investire con continuità nella formazione, come strumento indispensabile di crescita e di qualificazione professionale di tutto il personale a tutti i livelli. Dobbiamo ampliare l’offerta e renderla più efficace, rivedendo contenuti e modalità di erogazione e ampliando la platea dei fruitori. Anche l’accesso alla formazione linguistica va decisamente ampliato, a cominciare da Alma English.

Un’organizzazione efficace e responsabile non può prescindere da una seria programmazione triennale in termini di reclutamento, attenta agli effettivi fabbisogni di amministrativi, tecnici, bibliotecari e collaboratori linguistici nell’area centrale e nelle strutture.

Operare in assenza di programmazione sarebbe iniquo, oltre che irresponsabile. Oltre 200 tecnici e amministrativi operano con contratti a termine da molti, troppi anni e svolgono funzioni stabili e centrali nella vita dell’Ateneo. Essi rappresentano un patrimonio di professionalità e competenze che non va disperso. Serve subito un segnale chiaro nei loro confronti, insieme a un’attenta programmazione pluriennale per dare prospettive certe. Dobbiamo garantire a tutti, anche ai colleghi a tempo determinato, pari diritti, dignità e opportunità professionali a partire dal voto per il Rettore.

Sempre in un’ottica programmatoria pluriennale e condivisa, è prioritario avviare subito le Progressioni Economiche Orizzontali ampliando, nei limiti del possibile, la platea dei beneficiari. Parallelamente dobbiamo agire sul sistema dei benefit, potenziandolo, differenziandolo e rendendolo più flessibile.

La valutazione è uno strumento utile per migliorare, non deve essere né punitivo né celebrativo, ma solo funzionale. L’attuale sistema va ripensato. La valutazione per essere efficace deve essere innanzitutto condivisa da chi viene valutato. Deve essere condotta per obiettivi e orientata ai risultati dei gruppi in relazione alle risorse disponibili.  Nell’ottica di migliorare la qualità complessiva, tecnici e amministrativi devono potersi esprimere sull’efficacia dell’organizzazione, così come gli utenti sulla qualità di un servizio.