Una nuova visione dell'Alma Mater

2. Docenti

Didattica e formazione

 

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L’insegnamento universitario si modula ormai da tempo in forme alquanto diversificate sia per modalità di organizzazione sia per tipologia di erogazione. I Corsi di studio devono essere maggiormente valorizzati e responsabilizzati, nel senso che devono acquisire maggiore autonomia, proprio in ragione dei differenti obiettivi formativi. E la numerosità degli iscritti e la loro varietà (alto o basso numero di frequentanti, studenti lavoratori, studenti fuori corso) devono orientare necessariamente la scelta delle forme didattiche più opportune. Le soluzioni non mancano, ma vanno rese esplicite e analizzate con attenzione, caso per caso, Corso di Studio per Corso di Studio.

La buona qualità della didattica va perseguita con forza. Tuttavia i processi di Quality Assurance dei Corsi di Studio devono essere progettati in modo da evitare inutili appesantimenti burocratici e diventare procedure snelle e orientate al risultato. È indispensabile semplificare con azioni incisive a livello nazionale gli obblighi procedurali connessi alla redazione delle schede SUA-CdS e azioni altrettanto incisive vanno intraprese al nostro interno.

I Dipartimenti sono il luogo della programmazione didattica e devono essere dotati di un presidio amministrativo per i servizi didattici. Ai Coordinatori di Corso di Studio e di Dottorato, che oggi devono fare fronte a incombenze pressanti e complesse, va dato sostegno attraverso un supporto amministrativo dedicato, anche in condivisione con altri corsi di analoga portata.  Per gli insegnamenti più frequentati o con attività di laboratorio va garantito un tutor.

Le Scuole vanno ricondotte al senso originario di strutture di raccordo con il compito di coordinare l’offerta didattica dei dipartimenti e offrire i servizi connessi. In questo spirito devono essere ripensate e vanno mantenute solo laddove davvero servono.

Dovremo riflettere anche sul limite delle 120 ore: tutta l’attività didattica svolta dai docenti, compresa quella per il dottorato, deve essere formalmente riconosciuta, e potranno essere concesse riduzioni del carico didattico a colleghi impegnati in attività istituzionali oppure che si siano distinti nell’attività di ricerca.

La legge 240 lascia aperte molte strade: si possono sperimentare formule didattiche innovative, mirando alla maggiore soddisfazione dei docenti, al migliore apprendimento degli studenti, rafforzando i collegamenti tra il momento della formazione, quello della ricerca e dell’innovazione. Le rigidità e gli obblighi non fanno fare grandi passi avanti.

Qualità della didattica significa innanzitutto strutture adeguate in termini di aule, laboratori e sale studio, e organizzazione degli orari di lezione e di laboratorio in funzione della qualità dell’apprendimento. Migliorare la qualità della didattica significa affiancare alla didattica tradizionale modalità innovative che stimolino le capacità critiche degli studenti e la loro partecipazione attiva, attraverso attività pratiche, lavori autonomi o di gruppo, simulazioni e casi di studio. Innovare significa anche maggiore flessibilità nei piani di studio, promuovere percorsi multidisciplinari ed esperienze di carattere internazionale, favorire lo sviluppo di competenze trasversali e linguistiche, arricchire le opportunità per tirocini e stage formativi, stimolare l’imprenditorialità degli studenti esponendoli alle problematiche del mondo sociale e produttivo.

Occorre potenziare e incentivare l’offerta di corsi di studio internazionali, gli accordi di doppio titolo o titolo congiunto con prestigiosi Atenei stranieri e, più in generale, programmi di mobilità di studenti, docenti, tecnici e amministrativi, in entrata e in uscita.

La valutazione della didattica è uno degli elementi chiave di un sistema moderno e integrato di monitoraggio, che abbracci tutte le dimensioni dell’attività dei docenti, compresa l’attività di servizio e i compiti istituzionali. Deve essere immediatamente avviata una riflessione che conduca a un sistema organico di valutazione, analogamente a quanto accade per la ricerca. Il sistema di valutazione deve riconoscere gli effettivi carichi didattici, tenuto conto delle differenze tra le discipline e le tipologie di insegnamento, rivedere il questionario degli studenti in relazione alla sua formulazione, alla modalità di somministrazione e soprattutto integrare i giudizi ivi espressi con altri elementi fondamentali, come ad esempio elementi riferiti alle competenze acquisite dagli studenti.

La formazione a distanza è un tema molto rilevante nel quale prestigiosi Atenei stranieri hanno investito in questi anni. Noi siamo rimasti assenti dal dibattito su questi temi. La  didattica in presenza e il radicamento nel territorio sono la nostra tradizione, che va assolutamente preservata, ma ciò non è incompatibile con un approccio più aggressivo sul mercato della formazione internazionale, che è oggi globale. Offrire Moocs (Massive Online Open Course) su argomenti selezionati e tenuti da docenti riconosciuti a livello nazionale e internazionale (anche emeriti), in quelle aree nelle quali coniughiamo eccellenza di ricerca e tradizione (per citarne alcuni, patrimonio culturale,  food, aging) potrebbe essere un primo modo per affacciarci nel mercato.

La formazione post lauream nel nostro Ateneo coinvolge oggi circa 5.000 studenti, in parte iscritti a dottorati e scuole di specializzazione, e in parte a master, corsi di alta formazione e formazione permanente. Il settore nel suo complesso è strategico e va maggiormente valorizzato e rafforzato sia come terzo livello di studi sia per lo sviluppo e l’aggiornamento di elevate competenze professionali e per rispondere alle nuove esigenze e ai continui mutamenti e trasformazioni della società, del mondo produttivo e del lavoro.

Ai percorsi didattici post lauream si affianca un altro ambito di interesse per tutta l’Università, la formazione e il reclutamento degli insegnanti, che oggi avviene attraverso i Tirocini Formativi Attivi (TFA) per la mancata realizzazione di percorsi abilitanti all’insegnamento. Oggi occorrono modelli formativi che abbiano la credibilità e il prestigio dei rispettivi settori di ricerca. D’altra parte la reputazione di un’area disciplinare cresce se essa esprime anche propri modelli formativi riconosciuti, sia per la scuola sia per la formazione continua degli adulti.  L’Alma Mater ha la responsabilità di accrescere la qualità della didattica in tutte le sue forme.

Il Collegio Superiore è un’istituzione di eccellenza e un motivo di orgoglio per il nostro Ateneo. Al suo diciassettesimo anno di vita deve avere la visibilità che merita, deve essere maggiormente integrato e conosciuto al nostro interno, deve avere un adeguato supporto tecnico e amministrativo oltre che economico e, soprattutto, una sede appropriata e l’accreditamento da parte del Ministero.

Come segno di attenzione e riconoscimento una volta all’anno verranno premiati i docenti che si sono distinti nella loro attività didattica.