Una nuova visione dell'Alma Mater

7. Organizzazione

Semplificazione, partecipazione e trasparenza

 

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Sarà una mia precisa responsabilità, affiancato dagli Organi Accademici e dal nuovo Direttore Generale, affrontare con decisione quella che è avvertita da tutte le componenti della nostra comunità come una vera e propria oppressione burocratica.

Innanzitutto mi impegnerò a livello nazionale e in tutte le sedi istituzionali per recuperare spazi di autonomia per le Università, orientare le scelte del governo e dell’ANVUR e contrastare con decisione tutti gli interventi a carattere centralistico e burocratico. Sosterrò con forza la richiesta di un Testo Unico per le Università, che semplifichi drasticamente il quadro normativo e ne riconosca le specificità rispetto alle Amministrazioni Pubbliche.

Azioni altrettanto incisive sono necessarie e urgenti per rivedere il nostro assetto interno. Troppo spesso sono state riprodotte e persino esasperate le regole già rigide imposte dal Ministero.  La riforma istituzionale dell’Ateneo in tutte le sue fasi di attuazione, dallo Statuto alla stesura dei regolamenti, ha disegnato una struttura fortemente verticistica, ha ridotto gli spazi di partecipazione, ha condotto a una eccessiva centralizzazione in una logica di controllo capillare governato dal centro che ha prodotto rallentamenti vistosi e irrigidimenti inutili e talvolta dannosi. In alcuni casi ha condotto a un decentramento di funzioni senza adeguate risorse. Nel complesso si è generato un appesantimento operativo, una poco chiara suddivisione dei ruoli e delle responsabilità, una scarsa circolazione delle informazioni e una frammentazione di alcuni processi decisionali, i cui effetti si sono scaricati su docenti, tecnici e amministrativi, sottraendo loro tempo, energie e motivazione.

La riorganizzazione è un punto centrale del programma e sottende un’idea di università. L’Università non è semplicemente uno dei comparti della Pubblica Amministrazione, da ottimizzare secondo logiche seriali e standardizzate. L’Università è un’istituzione peculiare e come tale deve essere guidata, valorizzando le specificità delle varie aree disciplinari che la compongono.

È indispensabile invertire velocemente rotta.

Tre sono le linee d’azione:

– semplificazione,

– partecipazione,

– trasparenza,

e tre i livelli sui quali agire:

– Statuto e assetto istituzionale,

– regolamenti,

– organizzazione del lavoro.

 

Urge riqualificare il tempo di tutti, docenti, ricercatori, tecnici e amministrativi, in modo che ciascuno si riappropri delle proprie specifiche funzioni.

Dobbiamo rapidamente recuperare margini di flessibilità, responsabilizzare le strutture nella direzione del decentramento decisionale sulla base del principio di sussidiarietà, far leva sulla programmazione e sulla valutazione a posteriori.

Abbiamo assistito a un eccesso di regolamentazione che ha spostato tutta l’attenzione sulle procedure, sulla forma, anziché sui risultati, dimenticando che le norme sono un mezzo e non un fine. Ciò ha eccessivamente irrigidito il nostro sistema, nell’erronea convinzione della taglia unica, delle formule uguali per tutti, dell’algoritmo universale.

Deve essere garantita massima trasparenza di tutti i processi decisionali, a partire dall’attività istruttoria e dalle delibere degli Organi Accademici che devono essere resi disponibili a tutta la nostra comunità con congruo anticipo.

In tema di partecipazione e coinvolgimento, la nostra comunità tutta deve essere sempre consultata in forma pubblica e aperta sulle decisioni importanti  e strategiche, quali quelle che riguardano la ridefinizione del nostro insediamento nella città di Bologna, così come nelle altre città della Romagna. Nella nostra Università mancano spazi pubblici di discussione e strumenti per condividere idee e proposte.

Il Codice Etico andrà modificato, perché la libertà di espressione va sempre tutelata e garantita.

Andrà organizzato un efficace sistema di comunicazione verso l’esterno, ben collegato con le varie strutture, perché la comunicazione del nostro Ateneo non sia centrata sulla figura del Rettore, ma sulla nostra comunità e le attività che vi si svolgono.